L'orologio astronomico del Duomo

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a cura di Enzo Caruso

 

Pare che l'Arcivescovo di Messina, Mons. Angelo Pajno, impegnato nella ricostruzione della città dopo il Terremoto, avesse espresso al Papa Pio XI il desiderio di realizzare un campanile per la nuova Cattedrale e di dotarlo di un speciale orologio degno di ammirazione. Pare anche che il Pontefice gli avesse suggerito di ispirarsi al famoso orologio astronomico di Strasburgo, di cui gli mostrò un "modello" in scala donato parecchi anni prima, dal Vescovo francese, a Papa Leone XIII nel 1887. Di proprietà del Vaticano, Pio XI ne fece quindi dono al nostro Arcivescovo. Di questa storia, tramandata oralmente dai padri Salesiani, si cercano per ora le tracce documentali, ma una cosa è certa: il Modello esiste e fu donato da Mons. Pajno ai Padri Salesiani del SS. Salvatore, con atto del 30 gennaio 1952, proprio la vigilia della festa di Don Bosco.

Vidi per la prima volta questo splendido orologio a Zafferana, presso l'Hotel salesiano Emmaus, chiuso dentro una teca. Ne chiesi le origini all'allora direttore Don Santino Russo il quale, dopo avermi raccontato quello che gli era stato tramandato oralmente, mi disse che per valorizzarlo aveva ottenuto di trasferirlo nella Hall dell'Albergo, togliendolo dagli angusti ambienti in cui era depositato presso la Chiesa del SS. Salvatore. Provai ad esprimere un educato dissenso a quella incauta soluzione che aveva privato Messina di un pezzetto di storia, fortemente legata a quella del Campanile della Cattedrale, di cui nessuno ne conosceva l'esistenza, ma la cosa non ebbe riscontro. Negli anni successivi, provai a sensibilizzare, senza successo, diversi personaggi di cultura e alcuni Salesiani affinchè l'Orologio fosse riportato nella sua sede iniziale; ma solo la caparbietà degli exallievi Ninni Cubeta, Francesco Abate e Paolo Capra, presidente dell'Unione Exallievi Don Bosco, insieme all'attuale Direttore dell'Istituto "Domenico Savio" Don Enzo Schilirò, ha consentito di restituire recentemente il prezioso cimelio alla città di Messina che ora, in attesa di un necessario restauro, potrà essere ammirato e raccontare finalmente la sua importante e affascinante storia. Anche se l'Orologio fu inserito nel calendario degli eventi nella scorsa edizione della Notte della Cultura, l'enorme varietà di attrazioni di quella sera fece passare in sordina la straordinarietà dell'esposizione. Per accendere i riflettori su questo importante cimelio, ancora in fase di studio, ci limiteremo in questa fase preliminare a descriverne le sue parti più interessanti.

E' alto circa 2 metri e fu realizzato in legno da Aloise Lorentz a Soufflweyersheim presso Strasburgo in Alsazia; gli fu commissionato per offrirlo al Papa Leone XIII, dal Vescovo di Strasburgo Andreas Ras alla cui morte, avvenuta il 17 novembre 1887, successe Mons. Peter Paul Stumpf vescovo titolare dell'antica sede vescovile di Cesaropolis (identificabile oggi con Sardi in Grecia), che vide il completamento dell'opera. Sul fronte dell'Orologio campeggia infatti la data MCCCXXXVII che coincide con la data di successione tra i due arcivescovi francesi. Sul frontale dell'orologio, ai lati della dedica a Papa Leone, sono riportati gli stemmi episcopali dei due Vescovi della città di Strasburgo, che in latino viene intesa come Argentoratensis o Argentinensis. Questa dicitura ha indotto, per molto tempo, ad attribuire il dono dell'orologio al Pontefice da parte dei vescovi "argentini". Nelle due colonne laterali sono riportate le fotografie di Jean Baptiste Schwilgluè, restauratore dell'orologio originale contenuto nella Cattedrale francese, nato il 17 dicembre 1774, e di Aloise Lorentz autore della miniatura. Sulle pareti laterali sono affisse rispettivamente due targhette che riportano le seguenti diciture: "Munifico dono di S. Ecc. l'Arcivescovo Mons. ANGELO PAINO" e nell'altra "Proprietà dell'Oratorio S. Domenico Savio di Messina". Il Modello in scala, che presto si potrà ammirare presso l'Istituto Domenico Savio, è quindi nelle sue parti una fedele riproduzione del magnifico "Orologio dei Re Magi" contenuto nella cattedrale di Strasburgo. Questa città francese fu tra le prime a realizzare un orologio meccanico all'interno della cattedrale negli anni fra il 1352 e il 1354. Si trattava di una costruzione dotata di una cassa contenente il dispositivo meccanico, un calendario, un astrolabio e la statua della Vergine col Bambino davanti alla quale s'inginocchiavano ogni ora i Re Magi, mentre un carillon suonava e un gallo cantava innalzando le ali.

L'Orologio affascina soprattutto per il gioco dei meccanismi che, ogni giorno, alle ore 12.30, si mettono in moto contemporaneamente. Il primo quarto d'ora è scoccato da un putto alato, il secondo da un fanciullo adolescente, il terzo da un adulto e il quarto da un vecchio a simboleggiare le quattro età della vita. Tutti sfilano davanti alla Morte che ha in una mano una falce e nell'altra un battaglio col quale batte le ore mentre le Età, come gli uomini, riposano durante la notte; dopo i rintocchi dell'ora un'altra figura di putto alato rovescia la clessidra che tiene in mano. Allo scoccare del mezzogiorno le statue rappresentanti gli apostoli sfilano davanti al Cristo che, passato l'ultimo apostolo, benedice i visitatori; durante la sfilata degli apostoli un Gallo canta per tre volte. Da sempre questo animale ha infatti rappresentato la misura del tempo e, ricordando la rinnegazione del Cristo da parte dell'apostolo Pietro prima che il gallo canti, simboleggia anche la fragilità umana. I giorni della settimana sono rappresentati dalle divinità: Apollo la domenica, Diana il lunedì, Marte il martedì, Mercurio il mercoledì, Giove il giovedì, Venere il venerdì e Saturno il sabato. L'anno è descritto da un calendario perpetuo a forma di anello con i mesi, i giorni e i rispettivi santi, le feste fisse e mobili. Altro particolare dell'orologio, perfettamente riprodotto nella miniatura, è un globo celeste caratterizzato da migliaia di stelle che riproduce i movimenti della volta stellata intorno alla terra immobile collocata al centro. L'orologio realizza una completa visione dell'astronomia del Cinquecento oltre che un esempio dell'abilità raggiunta dalla tecnologia meccanica nella metà dell'Ottocento. Immediato è l'accostamento a quello di Messina, progettato dalla ditta di Theodore Ungerer (1894-1935), un produttore alsaziano di orologi per gli edifici, ma anche artista, storico e bibliofilo, che si avvalse per la parte tecnica della competenza dell'ingegner Frédéric Klinghammer. Una pubblicazione del Periodico "Città e Territorio" , edito dal Comune di Messina, con studi della Dott. Grazia Musolino, dirigente della Soprintendenza BB CC AA di Messina, fu dedicato al Campanile e al grande Orologio Astronomico voluto da Mons. Pajno e installato nella struttura campanaria progettata dall'Arch. Valenti. La descrizione della parte progettuale fu pubblicata nel lavoro di Robert Redslob "L'Horloge astronomique de la Cathedrale de Messine. Ovre d'un maitre strasbourge-ois" stampato a Strasburgo nel 1933. Il Campanile del Duomo di Messina, fu inaugurato il 13 agosto 1933 alla presenza di 70.000 persone venute da ogni dove per ammirare "L'Orologio più grande del Mondo".