Goethe a Messina

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È una serena mattinata domenicale tipicamente siciliana quella del 6 maggio 1787, a Taormina, quando Johan Wolfgang Goethe col suo amico e compagno di viaggio, il pittore Christoph Heinrich Kniep, vi giunge nel corso del suo viaggio in Italia. Nella tarda sera di giovedì 10 maggio Goethe e Kniep sono a Messina e hanno davanti una città in buona parte restaurata in seguito ai danni causati dal terremoto del 5 febbraio 1783.

Stando alla tradizione, durante il suo soggiorno messinese Goethe trova ospitalità nel Palazzo dei Principi Brunaccini di San Teodoro. Originariamente edificato nel 1471 dal proprietario Giovanni Salimbene Marchese, Barone della Scaletta, veniva acquistato nel 1683 da Don Diego Brunaccini e nel '700 passava a Giuseppe Brunaccini principe di San Teodoro. Nel 1786 se ne iniziava la ricostruzione a seguito dei danni del terremoto venendo in parte modificato dall'architetto sacerdote Don Gaetano Di Maria e i lavori ancora si svolgevano proprio mentre Goethe si trovava a Messina. Venerdì 11 maggio, con la dotta guida di un amabile Console, Goethe e Kniep iniziano a visitare la città e l'indomani, sabato, si recano in visita dal Governatore che li invita alla sua tavola per tutto il tempo che trascorreranno a Messina.

Il 13 maggio, domenica, il poeta visita la superba Palazzata, anche se semidistrutta dal terremoto di 4 anni prima. Visita anche la splendida chiesa di San Gregorio per la quale ha parole di ammirazione. Affacciato sul piazzale, rapito dallo splendido panorama dello Stretto che si dispiega davanti a lui, compone i bellissimi versi della canzone di Mignon: "Conosci tu il paese, dove fioriscono i limoni, e in mezzo al cupo fogliame fiammeggiano gli aranci d'oro; dove lieve un zeffiro spira dal cielo azzurro, ed il mirto sta silenzioso, ed alto si leva l'alloro?". A pranzo, dal Governatore, Goethe che era massone col grado di Maestro, viene contattato dai fratelli messinesi della "Loggia degli Amici Sinceri" che lo invitano ad una seduta massonica segreta, cui rifiuta per diversità ideologiche.

Goethe visita anche Villa De Gregorio (i cui ruderi ancora esistono sul viale Giostra), passata in proprietà, allora, al banchiere don Domenico Maria Marchetti (assicuratore del carico di seta e corrispondente finanziario di Goethe. Il 14 maggio, lunedì, verso mezzogiorno, Goethe e Kniep lasceranno a malincuore e per sempre la bianca città dello Stretto che concluderà così i giorni del loro girovagare in Sicilia, l'isola mai dimenticata senza la quale, scriverà: "Non si può avere la più pallida idea dell'Italia se non si è vista la Sicilia: qui è la chiave di tutto". Una lapide sulla facciata di Palazzo Brunaccini, dettata nel 1907 da Gioacchino Chinigò, ricordava il soggiorno di Goethe a Messina:


È SECOLARE TRADIZIONE
CHE QUI SIA STATO
WOLFANGO GOETHE 
NEL SUO SOGGIORNO IN MESSINA
DAL X AL XIV MAGGIO MDCCLXXXVII
PUR FRA GLI ORRORI DELLA CITTÀ 
DAI TREMUOTI ROVINATA 
IL GRAN POETA
DAL PELORO LUMINOSO 
ATTINSE UN RAGGIO
PER LA LUCE DEI SUOI CANTI IMMORTALI

MCMVII

 

Nino Principato