Il Verme di Fuoco

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I bassi fondali rocciosi dello Stretto di Messina ed in particolare le pozze di marea sono popolati da numerosissimi animali vermiformi appartenenti al “Phylum” degli Anellidi, che spesso si trovano spiaggiati sul litorale.

A questo grande gruppo che annovera sia specie terrestri come i lombrichi e circa 7000 Specie marine distribuite in tutti i mari, appartiene la Specie Hermodice carunculata, Pallas, 1766, verme marino della Classe dei Policheti, comunemente conosciuto dai pescatori messinesi e dai subacquei come “Vermocane” o “Verme di Fuoco”

Si tratta di un grosso Verme con il corpo allungato formato da circa un centinaio di segmenti, che può raggiungere una lunghezza di circa 40 centimetri. La parte superiore del corpo è di colore bruno verdastro con bande di colore nero, mentre la parte inferiore ha una colorazione giallastra. Sulle parti laterali si osservano le branchie di colore rosso e dei ciuffi di setole sottilissime di colore bianco, provviste nella parte terminale di un piccolissimo ago uncinato. Queste setole, se toccate o urtate inavvertitamente, provocano irritazione e soprattutto una intensa sensazione di bruciore e dolore, motivo per il quale questo animale è conosciuto come “Vermocane” o “Verme di Fuoco”.

Generalmente vive su fondali eterogenei, dal basso fondo fino a circa 20 metri. Quando si sposta in acque superficiali, predilige le pozze di scogliera e si nutre di animali in decomposizione.

L’animale è vistoso e nonostante il suo aspetto poco rassicurante, viene spesso osservato e fotografato. Quando si effettuano osservazioni o lo si rinviene spiaggiato sul litorale, è prudente stare a debita distanza per evitarne il contatto e le eventuali spiacevoli conseguenze.

 


Ignazio Rao