Tokyo Transit

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Col suo romanzo d’esordio “Tokyo Transit” Fabrizio Patriarca immerge il lettore nella cosmopolita metropoli giapponese con una scrittura densa e iperbolica, capace di cogliere la complessità di una società in cui convivono senza contraddizione alcuna modernità e tradizione.

Il protagonista Alberto Roi è un ragazzo romano che si trova a Tokyo a svolgere uno stage, per evitare di lavorare nell’impresa di famiglia dedita alla vendita di stampanti e fotocopiatrici su cui il cognato ha messo le mani dopo la morte del suocero Giuliano Roi. Nella capitale nipponica il protagonista raggiunge il suo amico maltese cocainomane Thomas Asca, che incentiva la dipendenza alla cocaina di Alberto. La cocaina non è l’unica dipendenza di Alberto. Fin dalle prime pagine del romanzo apprendiamo che l’altra dipendenza è il sesso, che sfoga con le prostitute (il romanzo inizia con un rapporto sessuale con una prostituta giapponese) o con l’opzione geriatrica, la patrona di casa Motoko. La giapponese che nonostante i sessant’anni d’età incarna per Alberto il meglio della bellezza femminile del Sol Levante, come se fosse un ritratto di Utamaro, è il personaggio più riuscito del romanzo. Di lei sappiamo che è scampata all’attentato della metropolitana di Tokyo del 1995, ma che suo fratello Yasuiko perse la vista in quell’occasione e da allora lei si prende cura di lui.

Il romanzo è ambientato nel 2005, dieci anni dopo il terribile attentato che sconvolse la città, e si svolge in una giornata. Alberto Roi raggiunge il suo amico Thomas Asca impegnato in un tour turistico con degli uomini d’affari americani. Insieme porteranno i turisti nei vari quartieri di Tokyo, ognuno diverso dall’altro come nei livelli di un videogioco, mostrando un lato della città diverso dalla rassicurante guida turistica. Gli americani verranno così a conoscenza di una Tokyo lisergica caratterizzata dall’eros e dalla violenza, distante anni luce dal luogo comune dei giapponesi quadrati col forte senso del dovere e l’obbedienza cieca nei confronti dello Stato.

La scrittura di Patriarca si contraddistingue per il linguaggio prolisso, ricercato e articolato, dagli innumerevoli riferimenti scientifici e artistici; decisamente razionale anche nella descrizione dei semplici atti quotidiani. Ogni parola è pensata accuratamente e non è scritta per caso. Questo per alcuni lettori può essere un limite, ma è una scelta stilistica dell’autore che va rispettata. In conclusione questo romanzo è consigliato a chi vuole leggere un romanzo audace e fuori dagli schemi.        

Titolo: Tokyo Transit;

Autore: Fabrizio Patriarca;

Genere: Romanzo picaresco-psicologico;

Paese: Italia;

Editore: 66th&2nd;

Prima edizione: Settembre 2016.

 

Roberto Cavallaro