18 Maggio - Giornata Internazionale dei Musei

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Un volume rilegato in pelle umana da Gustave Rykers nel 1861, a Bruxelles. Per l’esattezza in «mezza pelle» (cioè solo il dorso e gli angoli della copertina) appartenuta a una donna, dettaglio che rendeva ancora più perverso l’accarezzamento del libro da parte del possessore. Per la giornata internazionale dei musei che si celebra domani, l’Icom (l’International council of museums) ha invitato i musei del mondo a portare il proprio contributo sul tema: «Musei e storie controverse: raccontare l’indicibile nei musei» e la Biblioteca Ambrosiana ha calato un asso che probabilmente sbaraglierà qualsiasi altro contributo. Dal caveau dove sono custoditi preziosi papiri, manoscritti e incunaboli, ha tirato fuori il «Traité d’anatomie descriptive, physiologique et pittoresque à l’usage del artistes» arrivato alla veneranda biblioteca nel 1930, come dono di donna Pina Chierichetti.

La pratica di rilegare libri in pelle umana si chiama «bibliopegia antropodermica» ed è stata esercitata tra i secoli XVII e XIX soprattutto fra i medici, ma aveva i suoi cultori anche tra i bibliofili romantici e le ammiratrici con perversioni. Si dice per esempio che una proselita dell’astronomo francese Camille Flammarion gli avesse destinato la pelle della propria schiena come dono post mortem per rilegare l’opera «Les terres du ciel» e che il rilegatore avesse apprezzato quel derma «bianco, di grana superba, inalterabile». L’epidermide femminile veniva preferita per la morbidezza, ma anche quella dei condannati a morte non era disprezzata e anzi poteva servire per rilegare, in spregio, le carte dei loro processi. Nel 1837, invece, con un atto di orgoglio, il bandito James Allen dispose che con la sua cute fossero rilegate le sue memorie, oggi approdate nelle auliche sale del Boston Athenaeum.

Di pochi esemplari, comunque, è stata fatta un’indagine scientifica che certifichi l’orgine del cuoio utilizzato e anche per il volume dell’Ambrosiana dobbiamo fidarci dell’expertise che accompagna il volume. Chi invece volesse celebrare l’«indicibile dei musei» in maniera più soft, può recarsi domani alla Pinacoteca di Brera dove, alle 17.30, a ingresso libero, con una lezione di Letizia Lodi che ne ha curato il restauro, si festeggia il ritorno della Cleopatra dipinta nel Seicento da Guido Cagnacci. Il pittore romagnolo era apprezzato da grandi collezionisti come Flavio Chigi o Louis d’Orléans per le sue sante ed eroine che tradivano l’esuberante disponibilità a donarsi agli sguardi come tante felliniane Gradische.

(fonte: http://milano.corriere.it/notizie/cronaca/17_maggio_17/mostra-l-arte-proibita-9af60f00-3ac8-11e7-935a-b58ef33c02e7.shtml)