Una gita a ... Novara di Sicilia

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L’aria e il clima mite della primavera favoriscono le uscite fuori porta; la provincia di Messina offre numerose occasioni per vivere giornate in piena libertà con un’ampia scelta tra arte, cultura, storia, gastronomia e tradizioni.

Conosco un piccolo centro, inserito nella lista dei borghi più belli d’Italia, che offre tutte queste opportunità durante tutto l’anno: Novara di Sicilia. Il paese collinare della zona tirrenica dista una settantina di chilometri da Messina, ultima propaggine, assieme ai piani dell’Argimusco dei Peloritani prima dei monti Nebrodi, ed è dominato il “Cervino di Sicilia”, con i suoi 1340m è meta di escursionisti ed amanti della montagna, che fanno della Rocca di Novara o Salvalatesta un luogo preferito per la sua caratteristica di dominare a 360° su tutto il territorio. L’antica “Noa”, vocabolo di origine Sicana, che si riferisce alla notevole produzione di frumento, ha cambiato nome sotto le diverse dominazioni greca, romana, araba, bizantina fino alla definitiva trasformazione in Novara, a causa dei longobardi che hanno contribuito a creare una lingua: il dialetto gallo-italico parlato ancora oggi.

Ricca di chiese ed opere d’arte, è possibile fare delle visite guidate con la collaborazione del comune e delle associazioni di volontariato che sono molto attive in paese. Tra le più importanti troviamo S. Antonio Abate con il suo portale di stile bizantino con arco a sesto acuto e con numerose opere d’arte all’interno, con quadri e statue di pregevole fattura; interessante è un organo a canne del 1848. La Chiesa Madre dove si può ammirare un battistero costituito da un enorme acquasantiera in marmo cipollino rosso di estrazione locale, una tavola dell’Annunciazione del ‘700, e una statua in marmo: l’Annunziata Gaginiana; e ancora diverse tele del Cardillo padre e figlio e opere lignee. Due musei, uno a carattere etnoantropologico e uno territoriale.

Il paese, poi, è arricchito di numerosi portali, cornici di balconi, capitelli, fregi opera degli “scalpellini”, artisti locali del taglio e della lavorazione della pietra che hanno dato un notevole impulso allo sviluppo artistico del paese. Numerose tradizioni religiose specialmente nel periodo estivo che culminano con “l’apoteosi dell’Assunta” un rito che riunisce anche idealmente i novaresi presenti alla festa e quelli sparsi per il mondo; e ancora la sagra del Maiorchino nel periodo di Carnevale, che dal ‘600 fa dilettare i paesani in una gara in cui fanno rotolare forme di formaggio per le vie strette del paese; un Natale all’insegna della tradizione con mercatini e presepe vivente. Le escursioni nelle zone limitrofe sono davvero interessanti: oltre la classica cima della Rocca di Novara da vedere i piani dei Ritagli di Lerca, la pineta di Mandrazzi, fitti boschi di pini e ginestre, la grotta di Sperlinga, sito di eccezionale importanza dal punto di vista archeologico e gli antichi Mulini a pietra lungo il torrente S. Giorgio.

La gastronomia è il fiore all’occhiello del paese, piatti tramandati da madre in figlia e deliziano le tavole specialmente nei periodi di festa: i lampi e trona, u risu niru, i cassatelli, a rusuella, a pignurata e tante altre specialità fanno parte di quell’importante patrimonio culinario di cui il paese ne va fiero. Al centro del paese potrai gustare manicaretti di cucina territoriale con piatti stagionali con il calore di un pranzo in famiglia; un agriturismo appena fuori del paese ti delizia con le specialità e ricette d’altri tempi. Tanti e un motivo in più per visitare una realtà rurale e operosa ricca di storia e tradizioni e vivere una giornata a contatto con la natura.

Marcello Aricò