“Al tempo di re Federico c’era a Messina un picciutteddu di nome Cola”, così comincia una delle tante versioni della leggenda di Colapesce. La nascita del mito dell’uomo pesce è sintomatica del profondo rapporto tra i messinesi e il mare. Questo rapporto si è mantenuto intatto fino agli anni ’70 quando per una scellerata politica di urbanizzazione delle coste ha trasformato i diversi villaggi dei pescatori in quartieri dormitorio o in case di villeggiatura. Il mito di Colapesce vive e si perpetua nelle storie degli anziani, nelle litanie dei pescatori, nei misteri del mare e nelle leggende che popolano le fantasie, i sogni e le speranze della gente. Egli si pone a cavallo tra gli incanti e magie dei mitici abitatori del mare come divinità, tritoni, sirene, mostri e uomini avventurosi come pescatori, marinai, ricercatori, corsari, avventurieri e studiosi.
Egli metà uomo e metà mito rappresenta l’Uomo nuovo che è disposto ad affrontare le tempeste della vita, nel mare di questa varia umanità fino all’estremo sacrificio. Molti, anche stimolati da questo mito, hanno trovato nel mare idee, ispirazione, lavoro e passioni. Una delle passioni emergenti sta diventando il nuoto in acque libere, cioè il nuoto di fondo. Questa particolare specialità sportiva fonde il piacere del nuoto con l’amore del mare; sempre più spesso vediamo dalla spiaggia “marziani” che, a ridosso della riva, nuotano in modo ritmato percorrendo grandi distanze. Mi sembra di vedere qualcosa di già visto, quando negli anni ’70, per le strade della città si cominciavano a intravedere strani tipi con scarpette da tennis e pantaloncini corti, correre e sparire alla nostra vista per raggiungere una meta misteriosa: era la nascita dei “runner” che oggi si sono moltiplicati e non destano più la curiosità dei passanti.
Il nuoto, ormai riconosciuto da tutti gli studiosi, è uno sport completo perché riesce a distribuire uniformemente il movimento su tutto il corpo favorendo il benessere fisico e psicologico, determina un aumento della massa magra e una riduzione di quella grassa, sviluppa l’impalcatura ossea e l’espansione della gabbia toracica migliorando la coordinazione motoria e respiratoria. E’ preferito da molti alla corsa perché praticato in un ambiente in cui è virtualmente assente la gravità e non vi è un sovraccarico sulla colonna e sulle articolazioni e il sovrappeso non è una controindicazione…fatto nei nostri mari limpidi e cristallini è una vera soddisfazione e una continua scoperta; alle nostre latitudini poi, con e senza una piccola muta, è possibile nuotare da marzo a novembre sfatando l’abitudine che il mare possa essere vissuto solo a luglio ed agosto.
Diverse sono le manifestazioni che da qualche anno affollano i nostri mari: come non sottolineare le varie Traversate dello Stretto che uniscono al mito della storia le performance atletiche; gare federali in circuito sottocosta come il “Baia di Grotta” nella baia di Pace a Messina e il trofeo “Baia S. Antonio” nella omonima spiaggia di Milazzo; e ancora manifestazioni per neofiti e appassionati come la recente “Nuotata dei Buddaci” aperta a tutti, arrivata alla terza edizione e che ha raccolto un centinaio di partecipanti che si sono misurati con il piacere di nuotare insieme nel nostro mare, in un clima festoso e goliardico e in una dimensione non agonistica. Il nuoto di fondo è sicuramente uno sport in crescita e l’augurio è che come il correre sia divenuto sport nazionale e quasi un obbligo per un benessere fisico, anche il nuoto in acque libere assuma quella valenza popolare ricreativa e sportiva e salutare.