Io non mi chiamo Miriam

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“Io non mi chiamo Miriam” di Majgull Axelsson non è semplicemente un romanzo sull’Olocasuto, ma una storia sull’identità e la diversità. Malika è una rom di origini tedesche che per settant’anni ha vissuto la vita di una ragazza ebrea di nome Miriam. Internata nei campi di concentramento di Ravensbrück e di Auschwitz, Malika vedrà nel primo morire i propri familiari e nel secondo l’amica norvegese che è stata per lei come una madre. Da quel momento decide di sostituire la propria uniforme sbrindellata da rom con quella dell’ebrea Miriam, morta pochi mesi prima, sperando in una sorte migliore.

Il romanzo penetra in maniera impeccabile nella mente della protagonista alternando presente e passato attraverso un uso magistrale del flashback. Inoltre le pagine si caratterizzano per l’efficiente opera di critica sociale. Axelsson rappresenta in maniera vivida le condizioni di vita dei detenuti di un campo di concentramento, focalizzandosi non soltanto sugli ebrei ma anche sulle altre categorie di prigionieri. Infine con l’occhio critico di chi per anni ha svolto seriamente il mestiere di giornalista ha rappresentato le condizioni di vita dei rom nella Svezia del secondo dopoguerra.

Autore: Majgull Axellsson;
Opera: Io non mi chiamo Miriam;
Paese: Svezia;
Genere: Romanzo psicologico-sociale;
Editore: Iperborea;
Traduzione: Laura Cangemi;
Prima edizione: Settembre 2016.

Roberto Cavallaro - Libreria Dedalus