Fantasmi a Messina

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Strane apparizioni, case infestate, arcani segreti

“Esiste un mondo invisibile

e sconosciuto – il vero mondo, senza dubbio –

del quale il nostro non è che una

frangia accessoria…”

(Jean Cocteau)

Nel 1981 veniva stampato a Messina il libro di Ranieri D’Altarocca (Romolo Cappadonia) “Fantasmi a Messina”, il primo di questo genere divenuto in poco tempo un best-seller. L’autore passava in rassegna i fenomeni paranormali che si verificavano nella città dello Stretto, dando anche consigli e indicazioni per gli appassionati che desideravano recarsi sui luoghi dove avvenivano i fenomeni. Fra i tanti casi esaminati, il celebre “cane Matteo”, un animale di imponente stazza che si manifesta presso la scalinata della “Rampa del Sole” nei pressi della strada di circonvallazione (visto da lontano anche dal sottoscritto), un certo Matteo che, morto, s’incarnò nel cane che chi lo ha visto da vicino ha sentito parlare con voce umana.

L’”uomo che pende”, invece, si manifesta accanto alla piazzetta dov’è il monumento a San Pio davanti al Santuario Madonna di Pompei, col cappio al collo e sospeso ad un albero a circa 4 metri dal suolo. Sul viale Boccetta, all’altezza della Chiesa dell’Immacolata, si vede un “ragazzo che corre”: percorre un breve tratto, lancia un urlo e scompare. Nella terrazza davanti al Sacrario di Cristo Re, a notte inoltrata, una donna prende il passante sotto braccio per poi subito sparire. E in via Palermo, nel tratto compreso tra il viale Aranci e l’inizio dell’isolato 13, nel silenzio della notte è possibile ascoltare una manifestazione sonora, un grido straziante di bambino che poi, con voce accorata chiama: “Mamma!... Mamma!…  Mamma!…”.

Ma l’apparizione più terrificante è quella dell’”uomo con la testa in mano”, a ridosso del muro di cinta della Fiera, davanti alla Chiesa di S. Maria di Porto Salvo. Già prima del terremoto del 1908 appariva a Messina il “Cavalier della Ruina”. A cavallo di un roano e galoppando sfrenatamente urlava con voce terrificante: “Io son la ruina! ...Io son la sventura...”. La casa che era toccata dalla sua lancia, era destinata al lutto e, appunto, alla sventura.

"Quando su Messina cala la sera – scrive Giandomenico Ruta – una calma assoluta regna dovunque. E’ prossima la notte, che spopola le vie che hanno visto il caos diurno ed accoglie tra le sue oscure braccia cani e gatti randagi, vagabondi tra i rifiuti…In questo clima magico e misterioso prendono vita strani personaggi: i Fantasmi, le ombre di coloro che non hanno voluto accettare la morte che li ha colti all’improvviso e per motivi a noi sconosciuti rimangono legati a questo mondo, di cui un tempo facevano parte” (“Messinarcana”, 2005).  

Palazzi, castelli, ospedali, abitazioni a Messina sono anche infestati da entità ultraterrene. Il cosiddetto “Castello del Duca” a Faro Superiore è uno di questi. Si tratta di un complesso abbandonato e in rovina, una dimora gentilizia che ricorda le tipologie castellane decorata da affreschi, appartenuta a Vincenzo Loffredo nato a Messina il 9 novembre 1860, riconosciuto con Decreti Ministeriali il 26 agosto 1898 e 20 luglio 1899 nei titoli di marchese di Cassibile. Con regie lettere patenti del 5 aprile 1903, poi, fu riconosciuto Duca di Ossada, da qui il nome del complesso di Faro Superiore.

Si racconta dell’apparizione di una bambina sul tetto e molte testimonianze riferiscono di colpi secchi all’interno, respiri come dei rantoli, apparizioni vestite di bianco che passano velocemente da una finestra all’altra. I fenomeni paranormali nel cinquecentesco Castello Gonzaga sono stati ampiamente studiati da Giandomenico Ruta ed esposti nel suo libro “Nel segreto di Forte Gonzaga. Sette mesi all’inferno, una storia vera” (2018), vissuti da una ragazza alle prese con arcaiche forze del male. Un’abitazione dalle parti della “casa natale” di Santa Eustochia, in Contrada Caprera nel Villaggio SS. Annunziata, è conosciuta per gli strani fenomeni e anche il dismesso e abbandonato Ospedale Regina Margherita è sede di eventi paranormali.

Ultima, ma non ultima, la cosiddetta “Villa Elettra” nella collina di Montesanto, alle spalle dell’Ospedale Piemonte, una costruzione che non fu mai possibile completare per gli inquietanti fenomeni paranormali che vi si verificarono, si verificano ancora oggi e che hanno visto testimoni il sottoscritto e l’amico Tony Malatino.

Il M.A.P. è un gruppo di appassionati del mistero che da anni è impegnato nella ricerca e nello studio di fenomeni paranormali in castelli, forti, ville con storie o leggende misteriose. Presieduto da Giuseppe Coppolino e dotato di strumentazione adeguata, ha condotto ricerche a Messina presso la fortezza abbandonata del Castellaccio. Qui, oltre ad apparizioni femminili nelle finestre bifore della costruzione degradata all’interno, una delle sedi della “Città del Ragazzo” fondata da padre Nino Trovato nel 1949, si sentono respiri notturni e risate di bambini. Una voce registrata dal M.A.P. urla, chiaramente, “aiutatemi!”. Le ricerche del gruppo sono state effettuate, oltre che nell’antico Casale “fantasma” di Massa San Nicola nel Comune di Messina, anche presso l’abbandonato ex Ospedale “Regina Margherita”. Qui, fra le spettrali corsie della struttura sanitaria sorta nei primi anni ’30 del Novecento, oltre a fotografare strane lame di luce di origine ignota e apparizioni di sagome di figure, di notte fu possibile registrare in una stanza vuota il suono inquietante di un carillon.

Nel Castello Gonzaga sulle alture di Montepiselli i ragazzi del M.A.P. fotografarono, nella galleria sotterranea che perimetra la struttura, la presenza di uno strano personaggio: un soldato dell’epoca?  

“Se canti camminando nel buio, sconfessi la paura, ma non per questo vedi più chiaro.” (Sigmund Freud) 


Nino Principato