La Cassiopea Mediterranea

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Accade spesso che in natura il cambio delle stagioni sia scandito dalla presenza ed alternanza di alcune specie animali terrestri ed acquatici, come nel caso della bellissima e sgargiante medusa appartenente alla specie Cotylorhiza tuberculata, Macri, 1778, conosciuta nella lingua italiana come “Cassiopea Mediterranea”.

Questo peculiare celenterato, puntualmente alla fine del mese di Agosto e nella prima metà di Settembre, sovente è possibile osservarlo in discreto numero, nelle acque dello Stretto di Messina e con la sua presenza, annuncia la fine della stagione estiva. Questa medusa appartiene al “Phylum degli Cnidaria - Classe Sciphozoa” e le sue dimensioni possono raggiungere il diametro e l’altezza di circa 35 cm.

Il colore dell'ombrello, particolarmente schiacciato, è giallo oro o marrone ed i tentacoli, utilizzati per la cattura delle prede, sono corti, dorati e con le estremità munite di piccoli tubercoli di colore bianco o blu – violetto. Sotto l’ombrello, probabilmente a protezione o in simbiosi, generalmente trovano rifugio schiere di avannotti di pesci della famiglia dei Carangidae, come: Sugherelli (Trachurus trachurus, Linneo, 1758), Ricciole (Seriola dumerilii, Risso, 1810) e diverse altre Specie. La Cassiopea Mediterranea non è urticante, ma per la scarsa conoscenza delle specifiche caratteristiche dei sui tentacoli, è sempre bene e prudente evitarne il contatto. Le medie dimensioni, i colori sgargianti e la bella ed evidente mostra che l’animale offre di sé, non lo fanno passare inosservato e queste sue bellezze, purtroppo diventano anche la sua condanna.

Questo ne fa una specie che attira molto l’attenzione degli ultimi bagnanti della stagione e talora quindi, anche solo per curiosità, viene “catturata” e poi quasi sempre lasciata inutilmente morire sulla spiaggia. È invece opportuno avere molto più rispetto di questi stupendi esseri viventi e di tutta la natura che ci circonda ed accontentarci di documentare tutte le sue superbe bellezze, le incredibili ricchezze e la spiccata biodiversità, con qualche utile scatto fotografico.

 


Ignazio Rao