I russi sono matti - Presentazione alla Piccola Biblioteca di Lingua e Cultura Russa

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I russi sono matti. Corso sintetico di letteratura russa 1820-1991 è un saggio del romanziere e traduttore Paolo Nori che con uno stile volutamente non accademico, intimo ed esilarante analizza la bellezza della letteratura russa da Alexandr Puškin fino a Erofeev.

L’opera non è strutturata in ordine cronologico ma in tre tematiche – potere, amore e byt (vita quotidiana) – che sono a fondamento dei grandi romanzi della letteratura russa, come ad esempio Anime morte di Gogol’ o Anna Karenina di Lev Tolstoj, in cui riusciamo ad apprezzare la vita nel suo farsi.

In questo saggio Nori ci mostra l’umorismo tragico dell’esistenza e la forza poetica presenti nelle opere dei più importanti romanzieri russi, i quali come soltanto gli scrittori più eccelsi riescono a fare, tolgono le parole dall’imballaggio dato dall’uso comune per farci identificare con i personaggi, la loro storia e le singole situazioni in cui si trovano e di riflesso con i loro autori.

A chi non è capitato ad esempio di non porsi le domande esistenziali di Raskol’nikov in Delitto e castigo oppure di sentire qualcuno e di pregustare la scena in cui si vedrà quella determinata persona come fa la fedifraga Anna Karenina quando viola il divieto di vedere il figlio impostale dal marito e, una volta che il domestico l’ha fatta entrare in segreto in casa, sente il figlio sbadigliare, e sa che è lui per il modo in cui ha sbadigliato, e pregusta la scena in cui lo vedrà in questo stato di dormiveglia sapendo che sarà un momento indimenticabile?

Inoltre questo saggio non tratta soltanto di personaggi letterari ma anche degli scrittori che li hanno creati. Ci ritroviamo così a leggere di Gogol mentre brucia la seconda parte delle Anime morte e del suo ultimo scritto in cui rinnega i suoi racconti e romanzi precedenti in cui ha evidenziato l’assurdità della servitù della gleba e il critico Belinskij, che fino a quel momento lo aveva sostenuto, gli scrive una lettera in cui gli chiede se per caso sia uscito fuori di testa e di come qualche anno dopo  Dostoevskij, per aver letto in pubblico la lettera sopracitata, rischiò la condanna a morte in piazza Pionerskaja a San Pietroburgo il 19 dicembre 1845, e che poi raccontò delle sensazioni provate quel giorno in cui alla fine fu graziato e condannato ai lavori forzati ne L’idiota del 1869.

O ancora di quando Tolstoj scrisse ad un amico che ne aveva abbastanza di Anna Karenina o di quella volta che il premio Nobel Iosif Brodskij si sentì chiedere dal pubblico ministero sovietico come potesse essere poeta senza essere iscritto all’Unione degli scrittori.

Alla fine scopriamo come i personaggi superflui alla Oblomov che non hanno uno scopo nella vita e sono in cerca di un’occupazione, così comuni nella letteratura russa almeno fin dai tempi del Rudin di Turgenev, siano quanto mai attuali nella società contemporanea caratterizzata dall’incertezza e dalla precarietà.

Il saggio di Paolo Nori è ricco anche di aneddoti personali dettati dalla sua esperienza non soltanto di traduttore, ma soprattutto come lettore appassionato di una letteratura che, “come diceva quel grande poeta russo mai esistito, Koz’ma Prutkov” considera inabbracciabile.

L’opera si conclude con un’appendice divertentissima contenente dei racconti brevi di Danil Charms tratti da Disastri e tradotti da Paolo Nori in cui leggiamo di incontri surreali tra Puškin, Gogol’, Turgenev, Dostoevskij e Tolstoj che ci fanno apprezzare il talento di Nori, uno degli scrittori italiani più intelligenti e ironici capace di fare apprezzare – senza prendersi mai troppo sul serio – una letteratura di cui renderemo sempre grazie a Puškin per aver deciso di far propria la lingua della sua bambinaia Arina Rodionovna, la lingua dei servi della gleba e quindi del popolo, quando nel 1820 scrisse il poema Ruslan e Ljudmilla.

A partire da quel momento gli scrittori russi hanno cominciato a inseguire la realtà finché non l’hanno afferrata e sono stati al punto credibili, che quando un turista va a San Pietroburgo vuole andare a vedere la casa dove Raskol’nikov ha ucciso la vecchia usuraia.           

Sabato 30 novembre alle ore 17:30 alla Piccola Biblioteca di Lingua e Cultura Russa di via Santa Marta 165, Giuseppe Iannello e Alexandra Voitenko parleranno del saggio di Paolo Nori e la libreria Dedalus avrà un banchetto per la vendita dei libri.


Roberto Cavallaro di Dedalus Libreria