20 Giugno 2019 - Giornata Mondiale del Rifugiato

Contattaci
Chi siamo
Richiedila Ora

Il 20 Giugno di ogni anno, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha scelto di celebrare la Giornata Mondiale del Rifugiato, per ricordare che chi fugge non è una pedina ma una persona in cerca di dignità.

Per celebrare la Giornata, l’UNHCR ha lanciato la campagna #WithRefugees che durerà fino al 19 settembre. La campagna ha come obiettivo quello di far conoscere i rifugiati attraverso i loro sogni e le loro speranze: prendersi cura della propria famiglia, avere un lavoro, andare a scuola e avere un posto che si possa chiamare “casa”.

Negli ultimi dieci anni, l’UNHCR ha presentato la richiesta per il reinsediamento in favore di più di 1 milione di rifugiati a 30 diversi paesi, ma il numero di persone che necessitano di reinsediamento supera di gran lunga le opportunità disponibili in un paese terzo. Nel rapporto Projected Global Resettlement Needs che fotografa questa situazione, si afferma che in virtù dell’aumento delle quote di reinsediamento da parte di alcuni paesi, e dell’aumento delle richieste, il numero previsto di persone che necessiteranno di reinsediamento nel 2020 raggiungerà i 1,19 milioni, ovvero il 72% in più rispetto al 2014.

Il reinsediamento è una delle soluzioni migliori per i rifugiati, insieme all’integrazione nella società di accoglienza e al rimpatrio volontario. Grazie a questo strumento, ai rifugiati che non possono rimanere nel Paese di primo asilo, né possono rientrare nel proprio, viene data la possibilità di cominciare una nuova vita in un Paese terzo.

L’UNHCR sta conducendo un programma per lo sviluppo di meccanismi regionali e nazionali di risposta rapida alle sfide poste dalla migrazione irregolare, alla tratta di esseri umani e al traffico di migranti in Nord Africa. In particolare, l’iniziativa si basa sul rafforzamento della cooperazione fra i principali attori (governi, ONG e organizzazioni internazionali e regionali).

"Gli Stati hanno il diritto di gestire la migrazione attraverso i propri confini, ma hanno anche la responsabilità di ridurre al minimo la sofferenza umana. Non possiamo più tollerare politiche che causano consapevolmente sofferenze e non dobbiamo credere a chi sostiene che cercare protezione sia un atto criminale o che aiutare chi ha bisogno sia sbagliato", precisa Claudia Lodesani, presidente di Medici Senza Frontiere.


Fonte: Onu Italia 

Immagine di copertina: Opera della mostra "Presente Umano" di Giuseppe Raffaele