La foresta vecchia di Camaro

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Note storiche a cura di Enzo Caruso

La Foresta di Camaro (detta anche Foresta Vecchia), di proprietà del Comune di Messina, ubicata all’origine del torrente omonimo, si estende su una superficie di 105 ettari di terreno e, secondo una relazione scritta nel 1901 dall’agronomo Guido Inferrera, essa confinava a Nord con le proprietà del Principe Brunaccini, a Sud con la foresta di Bordonaro e contrada Jarmo; ad Est con i terreni del Barone Cianciolo, dei fratelli Cardile e di Natale Jannelli e comprendeva i terreni costituenti i valloni di Passo del Soldato, Maddamma e Terrenere.

Il suolo della foresta è siliceo-argilloso, con piccole quantità di calcare e un considerevole strato di terriccio. Nel tardo Ottocento, il rimboschimento dell’area, fu affidata dal Comune di Messina al Comitato Forestale, secondo quanto stabiliva la Legge del 20 giugno 1877, che prevedeva i rimboschimenti a cura di Consorzi tra Governo, Province e Comuni. Il 18 maggio 1895, una volta completata la piantumazione degli alberi, il Comitato Forestale riconsegnò la Foresta di Camaro al Comune con i seguenti alberi piantati: 55.000 piante di castagno, 350.000 piante di pino domestico, 10.000 querce da sughero, 30.000 robinie, 10.000 pioppi e salici per un totale di 445.000 alberi.

Nel 1910, un illustre medico italiano, il prof. Umberto Gabbi, sceglieva la Foresta di Camaro come sede di un Sanatorio antimalarico. L’opera di assistenza da lui iniziata durò fino allo scoppio della Prima Guerra Mondiale. Per l’avvio delle attività e per il suo sostegno, Il Sanatorio ebbe il soccorso benefico della Regina Margherita di Savoia e il sostegno di benemeriti cittadini e di Enti che concorrevano insieme a garantire l’assistenza per coloro la cui vita era messa ogni giorno a repentaglio dalla malaria.

Il primo taglio degli alberi della Foresta del Camaro fu eseguito il 5 marzo 1922 alla presenza del Prefetto Francesco Emilio Serrao, del Sindaco Antonio Martino e dell’Assessore ai Lavori Pubblici Angelo Marchese, che immortalarono l’evento con una lapide in marmo, ancora oggi posta sul muro di un fabbricato posto lungo il percorso della Foresta. La Foresta del Camaro è attraversata per un lungo tratto da una splendida strada carrabile in basolato lavico che si raccorda, in alcuni tratti, al tipico acciottolato delle regie trazzere militari del tardo Ottocento.