17 Maggio - Giornata Mondiale contro l'Ipertensione

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(ADNKronos Salute) Oggi, 17 Maggio, si celebra la Giornata Mondiale contro l'Ipertensione arteriosa. L'ipertensione è una condizione caratterizzata da una elevata pressione del sangue nelle arterie, dovuta all’aumento della quantità di sangue circolante (ipervolemia) e/o alla resistenza opposta dalle arterie al flusso del sangue a seguito di vasocostrizione o irrigidimento delle pareti dei vasi. Interessa circa il 30% della popolazione adulta di entrambi i sessi. La misurazione della pressione arteriosa avviene attraverso due valori: la pressione massima o sistolica che si rileva in corrispondenza della fase di contrazione del cuore e la pressione minima o diastolica che coincide con la fase di rilasciamento del muscolo cardiaco.

Si parla di ipertensione arteriosa sistolica quando aumenta solo la pressione massima e di ipertensione diastolica quando risultano alterati i valori della pressione minima. Si definisce ipertensione sisto-diastolica la condizione in cui entrambi i valori di pressione (minima e massima) sono superiori alla norma. Classicamente, e come conseguenza delle modificazioni che avvengono nell'organismo per effetto dell'invecchiamento, gli anziani e i grandi anziani (ultranovantenni) soffrono più spesso di ipertensione arteriosa sistolica isolata, con valori di pressione massima anche molto alti, e pressione minima bassa. Le forme di ipertensione diastolica isolata, al contrario, sono più frequenti nei soggetti più giovani.

L'ipertensione arteriosa può essere classificata in primaria e secondaria. Nell'ipertensione arteriosa primaria (o essenziale), che rappresenta circa il 95% dei casi di ipertensione, non esiste una causa precisa, identificabile e curabile: gli elevati valori pressori sono il risultato dell'alterazione dei meccanismi complessi che regolano la pressione (sistema nervoso autonomo, sostanze circolanti che hanno effetto sulla pressione).

Nel restante 5% dei casi, invece, l'ipertensione è la conseguenza di malattie, congenite o acquisite, che interessano i reni, i surreni, i vasi, il cuore, e per questo viene definita ipertensione secondaria. In questi casi, l'individuazione e la rimozione delle cause (cioè, la cura della malattia di base) può accompagnarsi alla normalizzazione dei valori pressori. A differenza dell'ipertensione arteriosa essenziale, che classicamente interessa la popolazione adulta, l'ipertensione secondaria interessa anche soggetti più giovani e spesso si caratterizza per valori di pressione più alti e più difficilmente controllabili con la terapia farmacologica.

I valori normali per la popolazione adulta sono compresi entro i 140/90 mmHg. Nei pazienti ad elevato rischio cardiovascolare (postinfartuati, scompensati o con altre patologie cardiache) i valori raccomandati non dovrebbero superare i 130/80 mmHg. Poiché la pressione arteriosa risente di alcuni fattori predisponenti (età, sovrappeso, diabete, fumo, alcol, stress, sedentarietà) il primo intervento terapeutico consiste nel modificare il proprio stile di vita cercando di seguire un regime alimentare adeguato e di eliminare gli eventuali fattori di rischio. Qualora la risposta alla modifica delle proprie abitudini di vita non basti è necessario ricorrere al trattamento farmacologico.