La più antica partita di calcio? E' stata gioca a Messina!

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Secondo la tradizione, l’invenzione del gioco del calcio si ebbe a Firenze nel Cinquecento: la più famosa partita fu quella giocata il 17 febbraio 1530 quando i fiorentini, assediati dalle truppe imperiali di Carlo V, diedero sfoggio di noncuranza mettendosi a giocare alla palla in piazza Santa Croce. Da molti è stato considerato l’antesignano del calcio moderno, ma, regole e svolgimento del gioco, sono invece quelle proprie del rugby o del football australiano. Già verso l’anno mille avanti Cristo era in voga, nel Giappone, un gioco con la palla che si chiamava “Kemari”, tuttora praticato. I giocatori dovevano passarsi, senza che questo toccasse terra, un involucro di cuoio al cui interno era inserita una vescica di animale gonfiata. Nello stesso periodo, in Cina, era molto diffuso il “Tsu-chu” (letteralmente palla di cuoio sospinta dal piede), che usava un pallone ripieno di piume e capelli femminili: bisognava infilare il pallone in un arco fatto di due canne di bambù, con un’altezza di 3 o 4 metri tra i quali era stesa una rete di seta, utilizzando unicamente i piedi

Presso i Maya, nel VI sec. a.C., era praticato il calcio che non era solamente un gioco ma rappresentava il rito della creazione della Luna e del Sole: bisognava infilare, in un buco di pietra, una palla che pesava quattro chili ed era fatta di dura gomma. Il più antico campo di calcio al mondo della civiltà Maya è stato scoperto presso la città di Merida, nella penisola messicana dello Yucatan. Risale a circa 500 anni prima di Cristo e la leggenda vuole che i perdenti fossero sacrificati alle divinità, ma recenti studi sono arrivati alla conclusione opposta: forse erano i vincitori a essere decapitati, poiché solo i più forti erano degni di essere sacrificati agli dei.

Intorno al IV secolo a.C., in Grecia si affermò l' "Episkyros", uno sport violento che veniva giocato tra due squadre, da 12 a 14 giocatori ciascuna, con una palla che era permesso anche toccare con le mani. A Roma, questo gioco si trasformò nell'”Harpastum” che derivò il suo nome dal termine greco arpazo, con il significato di strappare con forza, afferrare. Si utilizzava una piccola palla e due squadre si affrontavano in un campo rettangolare delimitato da linee di contorno e da una linea centrale. Lo scopo era di riuscire a poggiare la palla sulla linea di fondo del campo avversario. Erano permessi i passaggi sia con le mani sia con i piedi e ogni giocatore ricopriva un ruolo ben preciso. Probabilmente, durante le partite negli scontri a corpo a corpo, diversi atleti morivano e altri subivano gravi ferite. In Francia, nel Medio Evo, si giocava in modo assai violento la “Savate”. Una lettera di grazia (1374), parla della “Soule” come di contesa col pallone da lungo tempo praticata tra villaggi.

La squadra di calcio del Messina nacque ufficialmente il 1° dicembre 1900, giorno in cui venne fondato il “Messina Football Club”. Quasi tutti i soci fondatori erano inglesi ed è probabile che, tra le persone chiave della società, figurassero anche i reverendi anglicani Charles B. Hulleatt e Caulfield, anche se a Messina veniva già praticato il "calcio ginnico", alla fine del XIX secolo, dalla “Società Ginnastica Garibaldi”. Il primo incontro fu disputato il 18 aprile 1901 fuori casa contro il Palermo, finito 3 a 2 per i palermitani. I colori sociali del “Messina F.C.” erano differenti dagli attuali: le maglie erano di colore bianco e blu. Così riportò, infatti, il “Giornale di Sicilia” nella cronaca dell'incontro contro il Palermo: “I rappresentanti del Club Messina [...] vestivano un elegantissimo costume in maglia bleu con calzoni bianchi, gambali di legno e berretto bleu e bianco”. Il primo incontro in casa, nello spiazzo della penisola falcata di San Raineri,  fu giocato il 2 maggio 1901 tra “Messina F.C.” e “Royal Yacht Catania”, e terminò 1-1.

Nella Messina degli inizi del ‘700, invece, si disputò una partita di calcio che sembra sia stata una consuetudine per la città, quindi certamente di più antica origine. E il campo di gioco fu lo stesso di quello che sarà poi utilizzato, duecento anni dopo, dalla squadra del “Messina Football Club”.

Si legge, infatti, nella guida stampata dal Municipio nel 1902, “Messina e dintorni”: “La classe signorile, e specialmente le famiglie d’origine straniera, hanno in uso il “Law-tennis” ed il “Foot-ball”. Per qualche tempo questi due giuochi vennero tenuti nella piazza d’arme e nella spianata di S. Raineri, ma più generalmente questi due giuochi sono riservati a poche persone e si tengono nelle aie adiacenti alle ville ed in apposito locale in contrada delle Fornaci”.

Per tornare agli inizi del ‘700 e, precisamente, al 1702, l’11 agosto di quell’anno era giunto a Messina il principe Luigi Alessandro Borbone, conte di Tolosa, figlio naturale di Luigi XIV e Viceré di Sicilia. Un bel giovane di ventiquattro anni che sbarcava a Messina dopo il perdono della corona di Spagna alla città che gli si era ribellata nella rivolta del 1674-78. Diciotto giorni dopo, il 29 agosto del 1702, occorse un avvenimento epocale di grandissima importanza storica: nella spianata di San Raineri, in prossimità del forte Don Blasco, si disputò un incontro di calcio fra francesi e messinesi, cui partecipò lo stesso conte di Tolosa.

L’episodio è così riportato dal testimone oculare sacerdote Giuseppe Cuneo, in un manoscritto in quattro volumi conservato presso la Biblioteca Regionale di Messina e la cui stampa è stata curata, recentemente, da Giovanni Molonia e Marcello Espro (Giuseppe Cuneo, “Avvenimenti della Nobile Città di Messina. Occorsi dalli 15 Agosto 1695 nel qual giorno si promulgò la scala franca”): “A 29 agosto 1702. Nel piano che si stende dalla chesiola della Vergine delle Gratie fino al castello della Cittadella e del Bastione di D. Blasco, piano lungo, largo e spatioso, il Conte di Tolosa a piedi ha andato con molti Cavalieri francesi più volte il doppo pranzo et ivi ha giocato alla palla per terra: vi ha concorsa gran gente per curiosità, e tutti con familiarità hanno stato con il cappello in testa. Il Conte medesimo, per la folla, con bocca risa ha detto a quelli che si affollavano per vederlo giocare che si allargassero […]”.

Se si considera che il primo club di football al mondo, lo “Sheffield Football Club” che giocò la sua prima partita al Parkfield House, venne fondato nel 1857 ma che è solo nel 1863, precisamente il 26 ottobre, che il calcio nasce ufficialmente in Inghilterra, il 29 agosto 1702 si disputò, nella bianca città dello Stretto, il primo incontro di calcio della storia europea!

 

 

Nino Principato