Daniele Falanga

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Daniele Falanga è un profilo ben consolidato all’interno del panorama dell’arte contemporanea italiana. Il suo percorso è punteggiato di premi e prestigiose collaborazioni, committenze ufficiali di primissimo piano. I suoi Street Flowers sono la conferma definitiva della sua maturità artistica e un bellissimo regalo per la sua terra con la quale questa mostra apre un dialogo generoso e colmo di possibilità.

“Sul palco stroboscopico del nostro tempo le immagini sono le protagoniste incontrastate. Il dominio delle immagini fotografiche, grafiche, virtuali, tridimensionali ha piegato la parola, ha moncato il ragionamento, e ha coerentemente fatto a pezzi l’artista, identità incerta, alla deriva nel mare della comunicazione visiva. Ma questa serie di Daniele Falanga emerge dai flutti iconici con la forza freschissima di un vigoroso talento tecnico e di una consapevole originalità. Il suo piglio è vibrante, arriva tutta la forza veloce, automatica, della sua intuizione. L’artista è chiaro, scandisce la superficie piatta dei colori con il suo gesto netto continuo, quasi prepotente. Non c’è però il lirismo psichico, la furia dell’Espressionismo Astratto e dell’Informale, alfieri del trionfo del segno in arte. Si, il segno c’è, da protagonista, ma non scappa di mano, non si prende troppa confidenza. Falanga lo coordina pure nella celerità del suo piglio, lo mette in riga in un’organica infiorescenza. Gli smalti dei suoi fiori sono solchi guerrieri organizzati in uno schema in movimento dentro l’astratto fondale. La calligrafia è la firma, l’impronta umana dell’artista riemerso dai marosi con il ghigno di chi ha consapevolmente impiegato la libertà assoluta e irripetibile delle creatività per assorbire e superare il pallido universo ammiccante della cultura visiva di oggi.

Le questioni del segno e dello spazio sono presenti da sempre nell’arte di Daniele Falanga che si è formato autonomamente con lo sguardo spalancato su tutta la cultura figurativa: dai maestri, Leonardo su tutti, ai grandi del Novecento, come Guttuso, Capogrossi, Schifano. Numi tutelari di cui Falanga parte per un’avventura molto personale, onnivora di suggestioni, liberissima nei mezzi espressivi: dalle Sagome (2007) dei poligoni di tiro, alle complicate partiture cromatiche e materiche di Lui m’è testimone (2010). L’artista non ha timore di contaminare, di mettere in mezzo le più disparate suggestioni, portando i modelli dell’arte moderna, con la loro carnale perfezione plastica, a contatto con la potenza cromatica del mondo pop e della sua bulimia inquieta di segni. Così Falanga apre uno spazio nuovo, slarga l’occhio da eventuali soggezioni, produce quel sovrapporsi di forme che è tipica della dimensione onirica, dello spazio fantastico, completamente libero del sogno. Tuttavia, il sogno non procede per conto suo, non c’è caos, non c’è abbandono. Nella sua arte Falanga sorveglia, coscienziosamente coordina il magma delle forme, dei colori, ne pretende gli acuti dell’azzardo segnico – semantico, e approda a un’isola sua, con la sua lingua, il suo mito ricorrente e sempre diverso, arriva alla sua arte, insomma, che nella specificità della singola espressione abbraccia e seduce definitivamente lo spettatore.” Dal testo critico di Mosè Previti.

Il 7 aprile, fino al 14 aprile, inaugura al salone degli specchi della Provincia Regionale di Messina la sua mostra intitolata “Street Flowers; un nuovo ciclo in 25 lavori, totalmente inedito, presentato per la prima volta a Messina, città natale dell’artista.