Accadde oggi... 10 Luglio

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Oggi, 10 Luglio, nascevano due stimatissimi artisti: nel 1830 Camille Pissarro, tra i maggiori esponenti dell’impressionismo e nel 1909 Giorgio De Chirico, tra i fondatori della corrente metafisica.

Camille Pissarro nasce nelle Isole Antille, allora note come Indie Occidentali, dove la sua famiglia di piccoli commercianti si era trasferita in cerca di fortuna. La sua formazione scolastica avvenne in Francia e dal 1855 si stabilisce definitivamente a Parigi, dove per un certo periodo la prestigiosa Ecole des Beaux-Arts. Negli ambienti artistici antiaccademici della capitale francese ha ben presto modo di conoscere il giovanissimo Monet e insieme frequentano, agli inizi degli anni Sessanta, la Brasserie des Martyrs, dove l’eccentrico Courbet andava predicando la supremazia della pittura realista.  A quel periodo risale anche l’amicizia con Cézanne, sul quale Pissarro esercitò un’influenza determinante.

Assillato dalle continue ristrettezze economiche Pissarro si ritira in campagna, a Pontoise, mentre nel 1870, per sfuggire alla guerra franco-prussiana, si rifugia a Londra. Nel 1874 è tra i più convinti ed entusiasti organizzatori della prima esposizione impressionista, presso lo studio di Nadar, e anche negli anni successivi sarà l’unico a partecipare a tutte le esposizioni che si svolgeranno fino al 1886, aderendo per qualche tempo anche alle esasperate ricerche del divisionismo neoimpressionista del giovane Seurat. Insieme a Monet, comunque, Pissarro è da tutti considerato uno dei più ferventi Impressionisti. L’arte del maestro, infatti, trae proprio dai paesaggi campestri en plein air, la sua ispirazione più vera. I colori della sua tavolozza, freschi e vivissimi, sanno comunque andare sempre al di là della semplice impressione transitoria, riuscendo a concretizzarsi in spazi e volumi di grande solidità.

Giorgio De Chirico a Volos, capitale della Tessaglia (Grecia). Secondogenito di tre fratelli è figlio di un ingegnere ferroviario e di una nobildonna genovese. Assecondato dal padre nella passione per l'arte, prende le prime lezioni di disegno dal pittore greco Mavrudis poi si iscrive all'Istituto Politecnico di Atene che frequenterà per un breve periodo (un paio di anni). Nel 1905 muore il padre, il tenero e sempre presente sostenitore delle sue inclinazioni. La ferita non sarà facile da rimarginare e, anzi, tempo dopo al pittore maturo capiterà spesso di rievocarne con commozione la figura e il bel rapporto. Rimasto solo con madre e fratello, si trasferisce a Monaco per continuare gli studi. Qui è attratto irresistibilmente dal disegno grafico, assai visionario, di Alfred Kubin nonché dalla pittura dei simbolisti Arnold Boecklin e Max Klinger. Ma l'arte non rimane il suo esclusivo campo di interesse. Si apre invece alla letteratura e alla filosofia di cui comincia a leggerne alcuni esponenti fondamentali.

Nel 1910, torna in Italia con la madre che lo accompagna prima a Milano poi a Firenze; Sul piano artistico si fanno invece strada le prime coordinate stilistiche del De Chirico più conosciuto. Dopo lungo rovello interiore, l'artista perviene alla conclusione che l'arte debba "creare sensazioni sconosciute in passato; spogliare l'arte dal comune e dall'accettato... sopprimere completamente l'uomo quale guida o come mezzo per esprimere dei simboli, delle sensazioni, dei pensieri, liberare la pittura una volta per tutte dall'antropomorfismo... vedere ogni cosa, anche l'uomo, nella sua qualità di cosa". In pratica, il manifesto condensato della pittura Metafisica, che in questa fase, sul piano delle produzioni, appare solo abbozzata.

I suoi quadri rappresentano magari semplici e disadorne piazze, dove si materializzano oggetti che vivono di una luce propria, estrapolati dalla dimensione banale e utilitaria dell'esistenza rivivono nel quadro come segni assoluti di memoria e nello spazio mentale del quadro si assemblano con lo stesso non senso in cui si vive la realtà del sogno: l'unica che può giustificare la riduzione dell'uomo a cosa, a manichino, a statua di marmo, a silhouette, privi di qualsiasi identità che non sia la pura apparizione metafisica.Nel 1935 è chiamato negli Stati Uniti dove rimane fino al 1936 con la compagna Isabella Far, cui resterà legato fino alla morte. Nel 1937 è costretto a spostarsi tra Milano, Parigi, Londra, Firenze, Torino e Roma dove espone per la seconda volta alla Quadriennale

Giunto ormai al termine della sua vita, continua incessantemente a dipingere con maggiore passione: "Per le emulsioni e il mio olio emplastico, che possano dare alla materia della mia pittura sempre maggiore trasparenza e densità, sempre maggior splendore e fluidità, io mi perdo in sogni bizzarri davanti allo spettacolo della mia pittura e mi sprofondo in riflessioni sulla scienza della pittura e sul grande mistero dell'arte".


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