Vento in scatola - Marco Malvaldi e Glay Ghammouri

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Vento in scatola è un romanzo scritto da Marco Malvaldi, autore della saga dei Delitti del BarLume, e da Glay Ghammouri, ex militare tunisino detenuto in carcere in Italia, pubblicato da Sellerio.

Il romanzo nasce da un corso di scrittura creativa che lo scrittore e chimico Malvaldi ha tenuto al carcere di Pisa dove ha conosciuto Ghammouri, il quale ha contribuito all’opera con l’idea iniziale della trama e con la descrizione veritiera e dettagliata della vita carceraria.

Il romanzo è un giallo e allo stesso tempo una commedia avente come protagonista un ex broker tunisino di nome Salim Mohamed Salah che non si trova in carcere per il vero reato commesso, ossia truffa finanziaria, ma per un reato che non ha commesso: essere stato beccato dalla polizia in divieto di sosta con in possesso di stupefacenti – che non sapeva di avere – lasciati dal cugino che si è appena recato alla stazione ferroviaria e che ha deciso di tendergli una trappola.

Ritroviamo così Salim in cella con due italiani e un albanese a dover affrontare la quotidianità del carcere: il passaggio dello spesino per permettere ai detenuti di acquistare i generi di conforto indicati nella “richiesta settimanale di sopravvitto” quali cibo come il tonno in scatola, aperto e senza linguetta per impedire ai detenuti qualche gesto di follia, oppure oggetti e utensili come la carta igienica o la caffettiera; o ancora il lavoro da svolgere in carcere in base alle proprie capacità e competenze per avere una magione da versare nel proprio conto corrente postale e utilizzare all’interno della struttura detentiva; senza dimenticare le ore d’aria e in generale le relazioni con gli altri detenuti e con gli assistenti carcerari.

Salim dovrà aspettare sei anni e mezzo prima di uscire dal carcere ma, proprio quando tutto sembra volgere per il peggio, lo spesino Buscaino rivela di non essere un detenuto ma un poliziotto sotto copertura e, con il beneplacito del vicecommissario, coinvolge il protagonista in un’indagine di polizia per incastrare, sfruttando le proprie competenze economiche e finanziarie, il camorrista Gaetano Quarello, che dal carcere gestisce il riciclaggio di denaro convogliandolo nei cinema multisala da lui posseduti. Salim dovrà far credere a Quarello di stare al suo gioco e, investendo i propri risparmi, acquistare la sua fiducia per avere così la gestione dei conti del camorrista e, attraverso il trading di cui è un esperto, abbindolarlo con facili e rapidi guadagni.

Riuscirà Salim a incastrare il camorrista e a ottenere la libertà?

Non sarà un’operazione semplice, anche perché sta per emergere la verità sui suicidi del detenuto Cassarà, trovato sotto il lettino con un’ottantina di scatole di tonno vuote, e di un giovane assistente carcerario apparentemente suicidatosi per depressione e di cui uno dei sottotenenti della struttura detentiva si sente in colpa per non esserci stato nel momento del bisogno.

Il lettore si troverà pertanto a scoprire la soluzione di due indagini che fanno riflettere sulla società di oggi, sulla struttura e sul funzionamento delle carceri. Vento in scatola è un romanzo illuminante che scuote le coscienze, inducendo il lettore a riflettere sulle condizioni di vita dei detenuti e sulla necessità di abbattere i muri dell’odio e dell’indifferenza eretti contro la diversità di qualsiasi genere perché, come afferma Salim in un proverbio da lui coniato, “non si può tenere il vento in scatola” e quindi, non si può tenere imprigionata la nostra umanità.   


Roberto Cavallaro