Lo Spiaggiamento

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Il fenomeno dello spiaggiamento nello Stretto di Messina costituisce una delle caratteristiche più singolari di quest'area geografica che ha sempre destato l'interesse del mondo scientifico ed è ancora oggi di grande attualità.

Le principali cause che normalmente favoriscono questo singolare fenomeno marino sono legate alle correnti di marea, ai venti, al moto ondoso, alle fasi lunari ed alla stagionalità. Le migliori condizioni si hanno quando coincidono: la corrente montante che proviene dallo Ionio in direzione S - N ed i venti del quadrante SE - S – SW ed è particolarmente intenso nelle fasi di Luna Piena e Luna Nuova (Sizigie) e nei mesi da Ottobre ad Aprile. Durante questi periodi e con tali condizioni meteo marine, si verifica lo spiaggiamento di fauna marina, in particolare di animali della fauna “abissale” che vengono trasportati in superficie dalla corrente montante e finiscono spiaggiati ad opera del vento, del moto ondoso e delle correnti superficiali.  

I pesci “abissali”, grazie a questo fenomeno, già da tempi antichi sono ben conosciuti, dai pescatori e dai rivieraschi messinesi che hanno attribuito a questi animali a causa del loro aspetto poco rassicurante e spesso orripilante, la denominazione dialettale, di “Pisci Diauli”, in quanto pensavano che provenissero da misteriose e recondite zone degli abissi. I pesci “Abissali” sono infatti animali che vivono in un ambiente estremo e sono in genere tutti predatori. La loro grande bocca è armata con denti particolarmente aguzzi, gli occhi sono anch’essi molto grandi ed il corpo ha una colorazione generalmente neroargentea con riflessi color bronzo o azzurro. Sulle parti laterali e ventrali si trovano alcuni organi in grado di emettere luce chiamati “fotofori”.

Questo fenomeno, unico nel suo genere e peculiare per i pesci spiaggiati nello Stretto di Messina, ha consentito agli studiosi, di reperire la ricchissima fauna che popola l’ecosistema profondo. Sono infatti molto numerose le pubblicazioni scientifiche che descrivono le molteplici specie animali, alcune molto rare, reperite nel tratto di costa litorale di Ganzirri, Torre Faro, Capo Peloro e S. Ranieri. Il primo prezioso contributo scientifico fu dato dal Prof. Anastasio Cocco che già nel 1829 aveva descritto alcune di queste specie ed i loro organi luminosi, destando interesse e curiosità nel mondo accademico.

Il fenomeno dello spiaggiamento non è limitato alla sola fauna “abissale” ma interessa anche un gran numero di organismi vegetali ed animali che popolano le acque dello stretto. In particolare, si riscontrano relitte nella battigia soprattutto nei mesi primaverili, numerose forme planctoniche di vertebrati ed invertebrati marini anche di acque superficiali.

A volte lo spiaggiamento è così massivo e spettacolare da invadere tutto il litorale con un gran numero di organismi, creando delle spesse “strisce” lunghe anche decine di metri, come nel caso degli invertebrati, simili a piccole meduse, appartenenti alla “Famiglia Porpitidae” ed alla Specie “Velella velella”, dallo sgargiante colore blu intenso, somiglianti ad una barchetta a vela, che spesso, soprattutto tra la fine del mese di Maggio e la metà del mese di Giugno, coprono l’arenile e sono anche conosciute come “ barchette di San Pietro”. Altri organismi che talora danno spettacolo con la loro relativa massiccia presenza, sono dei minuscoli gamberetti di colore rosa intenso appartenente all'Ordine degli “Eufasiacei” che sono conosciuti con il nome anglosassone di “Krill”.

Tutto ciò è la testimonianza della straordinaria ricchezza naturalistica, di biodiversità e di rari fenomeni idrodinamici di questo ecosistema unico al mondo.


Ignazio Rao